di RICCARDO KOBA
Cercherò di essere breve, brevissimo!
Non c’è tempo! Devo andare al lavoro, finisco tardi, c’è da sistemare casa, c’è da pulire, poi esco con gli amici ed è già notte e domani devo alzarmi presto!
Leggere? Chi ha tempo di leggere? Roba per fannulloni, che non hanno voglia di lavorare, di produrre! E chi studia… prende una laurea per niente, dopo cinque anni di cui ne può riscattare quattro, pure pagando per equiparare i contributi dello studio universitario a quelli di un periodo lavorativo! Così prenderai meno di pensione, caro mio!
E poi, ci sono troppi libri: tutti che scrivono, nessuno che legge! Libri su libri! Scegli quello più corto, quante pagine ha…? Duecento? No, ci metto un mese! Prendi quello che ne ha solo cento e che è scritto grande…
Apriamolo: “Un individuo posto sotto nuove condizioni talvolta varia di poco e in relazione a fattori trascurabili come la statura, la pinguedine, il colore, il vigore, le abitudini…” Bah! Non ho voglia!
Secondo il report dell’Istat “PRODUZIONE E LETTURA DI LIBRI IN ITALIA |2020”,pubblicato il 7 febbraio 2022, nel 2020 c’è stata una diminuzione del 2.6% sui titoli pubblicati e del 7.2% sulle tirature rispetto all’anno precedente.
Più di nove editori su dieci hanno una tiratura massima di centomila copie e un quinto delle stampe appartiene all’editoria scolastica, mentre cresce la diffusione delle versioni e-book, tanto che è possibile trovare circa metà delle opere pubblicate in formato digitale, complice la pandemia di COVID-19 e l’isolamento dei cittadini in casa.
Nonostante le restrizioni sanitarie e la costrizione di stare al chiuso, il numero dei lettori (coloro che hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno) nel 2020 è aumentato di poco più di un punto percentuale, confermando l’andamento degli ultimi due decenni, che conta come lettori circa il 40% della popolazione sopra i 6 anni, con piccole risalite e ricadute di anno in anno.
Il pubblico più vasto è quello delle lettrici tra gli 11 e i 24 anni: oltre sei ragazze su dieci hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno; quello più ridotto è il pubblico dei lettori oltre i 75 anni: poco più del 20%.
Sempre riferendosi al 2020, dividendo il numero totale dei lettori (23’593’000) per il totale delle opere pubblicate (86’719) e ipotizzando che a ogni libro corrisponda un autore, ci sono stati in media circa 270 lettori per ogni scrittore.
Visti così, sembrano tanti. In realtà sono pochissimi (si immagini di lavorare sei mesi per concludere un libro e guadagnare un euro per ogni copia venduta) e nemmeno il periodo più feroce delle restrizioni sanitarie ha portato un aumento significativo.
Durante la quarantena, infatti, l’attività principale degli Italiani è stata la visione e ascolto di TV e radio, seguita dall’uso della telefonia e delle videochiamate e solo infine dalla lettura.
Perché dunque, pur avendo avuto in certi momenti più tempo a disposizione e l’impossibilità di praticare attività all’aperto, l’Italiano in generale non legge o legge poco?
Perché è faticoso.
Leggere comporta uno sforzo muscolare e intellettuale, richiede impegno e concentrazione e può causare sonnolenza o impazienza. Comprendere un testo scritto, apprezzarlo e soprattutto ricordarlo non è facile. Se poi si aggiunge il contesto in cui viviamo, ovvero la società neoliberista con i suoi ritmi sfrenati e la mentalità consumista che esige tanto, troppo, in qualunque campo sociale, economico e politico, i cittadini rientrano nelle loro tiepide case spossati e spaesati, per nulla desiderosi di affrontare la fatica della lettura. Così, diminuiscono le capacità cognitive, oltre alla memoria, e si dimentica il piacere di stringere in mano un libro, lasciandosi trascinare dall’odore della carta e dalle immagini che evocano le parole. Si preferisce un dispositivo digitale, perché è più comodo da portare in giro, da ritirare in tasche o borse e facilmente, se la lettura di un e-book si fa noiosa, ecco decine di altre opere da iniziare e non portare a termine, oppure ecco tutte le app pronte al nostro diletto, che siano i social network, internet o i siti di incontri.
In fondo, il nostro cervello non è nato per leggere e non ama faticare. Per centinaia di migliaia di anni l’essere umano ha vissuto senza la lettura ed è sopravvissuto, riparandosi nelle caverne.
Meglio fermarsi qui, perché questo articolo… chi lo legge??
Personalmente continuo a leggere un centinaio di libri all’anno. Ma raramente rientrano nelle statistiche: solitamente sono prestati, comprati ai mercatini, scaricati da internet. In rari casi li traduco dall’originale.